Il film
IO GIURO – RITRATTI DI DONNE SOLDATO
di Maria Martinelli
2007 – DVCAM – 4/3 Letterbox
1×90′ – 2×50′
Festival e Premi: Doc in Tour 2009
In onda su: RAITRE DOC3 (Italia), Current TV (Italia)
Credits
Italia, 2007, DVCAM, 2×50’ – 1×90′
Regia
Maria Martinelli
Sceneggiatura
Giusi Santoro
Maria Martinelli
Fotografia
Andrea Dalpian
Montaggio
Giusi Santoro
Produttore Esecutivo
Simona Cocozza
Riprese
Andrea Dalpian
Alessandra Brancati
Camera Aggiunta
Stefano Muti
Post-productione audio
Riccardo Nanni
Titoli e grafica
GIALLOMAREFILM
Prodotto da
Kamera Film e Giusi Santoro
Distribuzione
POPCult
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Il documentario racconta la vita, le difficoltà e le conquiste, che le giovani donne volontarie, fra i 18 e i 25 anni, provenienti da tutta Italia, si trovano ad affrontare nella loro scelta di entrare a far parte dell’Esercito Italiano. Superato un primo esame di ammissione, le giovani donne soldato si sottoporranno ad un addestramento di dieci settimane, che le porterà, dopo un duro e faticoso percorso sia fisico che attitudinale, a conseguire il raggiungimento del loro obiettivo: diventare un soldato.
Racconta “come e cosa” sia possibile aggiungere, “partendo dall’essere donna”, al ruolo di soldato e descrive l’universo dell’Esercito visto dagli occhi delle ragazze che decidono di intraprendere questa strada. Uno spaccato di un mondo chiuso, con regole ferree e confini ben stabiliti. “Una grande famiglia” che, come tutti i grandi contenitori di idee, ti accoglie, chiedendoti molto, forse tutto, e restituendoti in cambio protezione e sicurezza.
Una iniziazione alla vita militare durissima, dove alcune abbandonano, altre stringono i denti tra dubbi e incertezze, altre ancora riconfermano più fortemente la loro scelta di diventare donne soldato. Soltanto chi supererà questo addestramento, che si concluderà con il giuramento, verrà inserito nel corpo dell’arma militare.
NOTE DI REGIA
Nella prima parte del nostro racconto era importante sottolineare l’attraversamento di un confine, che la scelta di diventare soldato comportava.
L’impatto con una nuova realtà, delle nuove regole, una vita mai vissuta.
Il racconto pone l’accento proprio sull’inevitabile divisione che si viene a creare all’interno del gruppo di ragazze che ha deciso di fare questa scelta. Il rafforzamento del proprio corpo e della propria resistenza fisica, tramite un intenso allenamento e lunghe marce, l’impatto con l’utilizzo dell’arma, l’obbedienza come atteggiamento psicologico sono solo alcuni degli scogli da superare. Il racconto, tramite la vita e le parole delle ragazze, si sofferma proprio sul fatto che il tipo di adesione che viene richiesta, per accettare questa nuova vita e modo di essere, deve essere totale.
C’è chi aderisce con entusiasmo e chi invece, sopraffatta dagli eventi e dalla fatica decide di abbandonare.
Chi rimane e decide di continuare la propria vita nell’esercito, ha una visione spesso simile di cosa voglia dire essere donna e soldato. L’addestramento delle armi, la disciplina marziale, la vita che si conduce all’interno della caserma, nonostante gli estremi disagi e gli orari spesso impossibili, diventa una scelta di vita. Una scelta di comportamento rispetto a se stesse e alle compagne.
I profili di vita e di pensiero delle ragazze, spesso si assomigliano, come si assomiglia sempre di più il loro aspetto esteriore. L’addestramento si intensifica, ma le ragazze sentono di far parte sempre di più di una famiglia, che le avvolge, le protegge.
L’obiettivo non è solo il giuramento, visto come un matrimonio, ma “amare “ quella vita come una missione alla quale dedicarsi anima e corpo.