Abyss Clean Up

Più del 90% dei rifiuti che finiscono in mare affonda. Il devastante impatto dei rifiuti marini profondi è ormai un fenomeno diffuso in tutto il mondo e il filmmaker Igor D’India coinvolge Sea Shepherd e gli scienziati del CNR per cercare una soluzione a questo aspetto semisconosciuto della crisi ambientale, partendo dalla sua terra, la Sicilia. Per farlo impiegherà sia subacquei che robot filoguidati (ROV) capaci di scendere fino a -600mt di profondità

NOTE DI REGIA di IGOR D’INDIA

Come è iniziato tutto

Nel 2019 ho letto per caso una pubblicazione scientifica di scienziati italiani che riportava dati allarmanti sul ritrovamento casuale di un enorme accumulo di rifiuti a oltre -1000m nello Stretto di Messina.

Secondo gli scienziati, questo fenomeno chiamato “marine litter” potrebbe riguardare tutti i tratti di costa del mondo in cui ci sono dei fiumi antistanti canyon marini, vicini a zone antropizzate.

Io avevo già a cuore la causa della protezione dei fiumi e dei mari e ho deciso di approfondire. Non avevo idea del percorso che avrei dovuto affrontare per portare a termine questo film.

Tema

Il tema principale è innanzitutto la condivisione di un obiettivo. Tutte le persone coinvolte nel film hanno la stessa missione: proteggere il mare e i suoi abitanti da noi stessi, attraverso lo studio, l’attivismo, l’impegno quotidiano. Questo concetto nel film viene sintetizzato con la “creazione di una rete di vita, che si contrapponga alla rete della morte”.

Stile visivo

Il film è girato con tecniche molto diverse, dal vlogging allo stile più cinematografico, ma non è mai statico.

Solo in un paio di scene è stato utilizzato un treppiedi (da me una volta sola). Questo, unito alla molteplicità di telecamere usate, dalle camere cinematografiche alle piccole camere del ROV, dalle action camera alle camere 360 subacquee, darà allo spettatore la possibilità di vedere le esplorazioni marine come non le aveva mai immaginate.