Il film
CHIAMAMI MARA
di Bruno Bigoni
2006 – DV – 4/3 Letterbox 1×60′
In onda su: TSI (Svizzera), CULT (Italia)
Credits
Italia – 2009 – DVCAM – 80’
Regia
Bruno Bigoni
Ideazione
Bruno Bigoni e Lara Gastaldi
Immagini
Roberta Ferrari
Seconda camera
Bruno Siclari
Montaggio
Francesco Fabio Capaldi
Supervisione montaggio
Giusi Santoro
Assistente al montaggio
Lucia Franci
Coordinamento alla produzione
Elena Petrosino
Prodotto da
Minnie Ferrara & Associati
Provincia di Venezia – Assessorato al lavoro, FISAC/CIGL Regionale Veneto
Distribuzione
POPCult
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La storia di Mara e di Silvia inizia più di venti anni fa. All’inizio c’erano Lui e Lei. Due giovani che si incontrano, si innamorano e decidono di sposarsi. Una storia comune che con il tempo acquista elementi di diversità. Sette anni fa, Lui è diventato Mara. Il suo sentirsi donna è diventata una priorità e una necessità a cui non si poteva sottrarre. Mara ha vissuto il suo percorso di transizione con difficoltà e sofferenza, ma con una sana consapevolezza. In tutti questi anni non ha mai voluto lasciare indietro la sua compagna di vita e la madre dei suoi figli. Una storia anomala non solo per ciò che racconta, ma anche per i sentimenti che mette in campo e per i luoghi comuni a cui abilmente si sottrae.
NOTE DI REGIA
Nel perseguimento di quel principio generale che sancisce diritti di cittadinanza ed eguaglianza per tutti è stato necessario, e lo è sempre più, che i sindacati si occupino dei problemi connessi all’orientamento sessuale e alla identità di genere. Il film-documentario “Chiamami Mara” è stato concepito con il precipuo intento di smentire parte dei pregiudizi che ancora oggi pesano gravemente sul mondo trans. Mara Siclari è attualmente responsabile per la Regione Veneto dell’Ufficio Nuovi Diritti della CGIL. Sono più di dieci anni che la CGIL nazionale ha deciso di costituirsi quale garante dei diritti del mondo GLBT (Gay, Lesbiche, Bisessuali, Trans), un “settore” ancora confinato nell’ombra dai pregiudizi e dall’ignoranza. La storia personale di Mara Siclari è al centro di questo film, realizzato lo scorso anno, e presentato al Bellaria Film Festival 2006. Mara è donna per scelta, ma uomo all’anagrafe. Mara è padre, ha una compagna che è madre dei suoi figli, sposata quando era ancora uomo. La storia di Mara e Silvia è iniziata più di venti anni fa. All’inizio c’erano un lui e una lei e un grande amore. Da qualche anno c’è una lei e un’altra lei e lo stesso grande amore. Il film, che racconta la vita di questa famiglia anche attraverso le testimonianze dei protagonisti, riesce a sottrarsi ai luoghi comuni, alle facili curiosità per ricostruire un percorso autentico di una straordinaria esperienza umana. Da un articolo-intervista a Mara Siclari di Stefano Lorenzotto pubblicata su “Il Giornale” il 28 agosto 2005: “Il tenente Mario Siclari ebbe definitivamente chiara la sua ‘impresentabilità come uomo’ il 5 gennaio del 2000, a Milano, mentre nella Chiesa di Sant’Andrea, dove da bambino aveva fatto la prima comunione e ricevuto la cresima, dava l’addio a suo padre, Bruno Siclari, il primo procuratore antimafia d’Italia, morto all’età di 74 anni. A rendere omaggio al magistrato che aveva indagato sulla loggia P2, sul crac del Banco Ambrosiano, sulla banda di Francio Turatello e che da procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo aveva visto morire nelle stragi di Capaci e di Via D’Amelio i colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, erano schierate le massime autorità giudiziarie, da Gian Carlo Caselli e Gerardo D’Ambrosio. Alla fine delle esequie sfilarono tutti davanti al nostro banco. Ma nessuno, dico nessuno, osò porgermi le condoglianze. Stringevano la mano a mia mamma, a mio fratello, a mia sorella. Arrivati a me, tornavano sui loro passi. Come se non mi vedessero. Lì capii che non avevo diritto nemmeno al dolore del figlio. Quel giorno – nessuno se ne accorse – si celebrarono in realtà due funerali: con Bruno Siclari veniva sepolto anche il figlio dai lineamenti ambigui che s’era rifiutato di indossare la camicia bianca e la cravatta scura e che aveva cercato d’occultare la chioma ormai fluente raccogliendola in un codino. Moriva Mario, sposato dall’86 con Silvia, una famiglia a carico, un lavoro di assicuratore e un grado nell’Esercito, e nasceva Mara, sposata dall’86 con la stessa moglie, stessa famiglia a carico, stesso lavoro di assicuratore e stesso grado nell’Esercito.