Il film
L’ISOLA DEI SORDOBIMBI
di Stefano Cattini
2009 – DVCAM – 16/9 – dur. 80′
Festivals e Premi:
Nomination Miglior Documentario – David di Donatello 2010
Emilio Lopez International Award Festival del documentario d’Abruzzo, Selezione Ufficiale
Premio Cezam Pays de Savoie, Festival del cinema italiano di Annecy 2010 ; Vincitore Roshd International Film Festival 2010 (Iran)
In onda su: KTO TV (Francia), Estonian Public Broadcasting (Estonia)
Credits
Italia, 2009, DVCAM, 80’
Regia
Stefano Cattini
Sceneggiatura
Stefano Cattini
Giusi Santoro
Montaggio
Giusi Santoro
Musiche
Enrico Pasini and Like a shadow ?
Fotografia
Stefano Cattini
Camere aggiunte
Roberto Zampa
Samuele Wurtz
Assitente di produzione
Michela Maur
Prodotto da
Doruntina Film e Giusi Santoro
Distribuzione
POPCULT
More info
per maggiori informazioni:
http://www.isoladeisordobimbi.it/
Il primo rumore che esce dalla grande villa è la monotona cantilena delle suore. Sono solo le sei del mattino e già si espande con la sua bassa vibrazione a riempire i vecchi ambienti dagli alti soffitti. I bambini, piccoli ospiti, dormono, ma non ne sono disturbati. Nemmeno si può dire che ne siano cullati; hanno un sonno a prova di rumore. I loro piccoli apparecchi acustici sono spenti e allineati nella vecchia cassetta di legno. Ognuno di essi porta un nome: Ivan, Noemi, Loriana, Carola…
Santa Croce è un’antica villa che sorge austera nella campagna modenese.
Il silenzio delle sue albe è interrotto solo dalle lunghe preghiere delle suore che ci vivono. A settembre, quando le scuole riaprono, Santa Croce si trasforma in un luogo di apprendimento che accoglie circa 150 bambini dai 3 ai dieci anni. Venti di loro sono sordi.
Sono arrivati senza suoni, senza parole formate. Per riuscire a rompere il silenzio e poter comunicare col mondo esterno, debbono sottostare a lunghi e faticosi esercizi, ma soprattutto debbono allontanarsi per lunghi periodi dalle loro mamme e papà.
Le suore, premurose e pazienti, sanno che il superamento della nostalgia e la fiducia nella nuova famiglia è condizione essenziale, affinché i piccoli ospiti inizino a collaborare, sostituendo ai gesti delle mani i suoni.
Un anno intero in un’antica scuola di campagna, guidati da “parole silenziose” e da “mani chiacchierone”.
Un anno intero per tornare bambini.
NOTE DI REGIA
Ho passato due anni nella scuola di Santa Croce focalizzando la mia attenzione sui bambini sordi. Desideravo capire il loro modo di percepire il mondo circostante. Alla fine mi sono sentito sempre più vicino a loro, mentre la loro sordità aveva ai miei occhi sempre meno importanza.
All’inizio il processo di apprendimento, così lento e complesso era al centro del mio interesse. I bambini sordi debbono lavorare duramente già a partire dai 3 anni di età per imparare a leggere le parole dalle labbra e a fare uscire suoni compiuti dalle proprie bocche.
Tuttavia, dopo aver conosciuto meglio i piccoli ospiti della scuola, ho capito che i metodi didattici assumevano sempre meno importanza nell’insieme del vasto e articolato mondo dei bisogni del bambino.
Così, il fulcro della narrazione del mio documentario si è rivelato essere la comprensione della miriade di piccoli e grandi gesti che servono quotidianamente per sopperire i piccoli e grandi bisogni dei bambini. Credo veramente che questi gesti stiano alla base di ogni percorso educativo e formativo rivolto ai bambini, indipendentemente dalla loro capacità di percepire i suoni circostanti.