La Serie
THE RAFTMAKERS
regia di Igor D’India
2019, HD 6×26′ per web e tv
Credits
regia
Igor d’India
scritto e montato da
Igor d’India
Giusi Santoro
musiche
Riccardo Nanni
7Floor
Prodotto da
POPCULT e Igor d’India
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Pagina FB
LA STORIA
Costruire zattere con materiali di fortuna, con compagni di viaggio occasionali e lanciarsi in avventurose esplorazioni di fiumi, che attraversano foreste tropicali, centri urbani e discariche. Tutto questo è The Raftmakers.
Poche le risorse, innumerevoli le difficoltà e i pericoli con l’approccio dei pionieri di un tempo.
Il tutto è filmato e raccontato dal documentarista Igor D’India. Reduce da una spedizione sulle orme di Walter Bonatti sul fiume Yukon (Alaska), ha visto di persona gli effetti del climate change su popolazioni e ambiente del Grande Nord e ha deciso di capire come stanno cambiando i nostri fiumi e come possiamo proteggerli.
LA MISSIONE
Anche nei posti che noi pensiamo essere più incontaminati nel mondo, dovunque c’è l’uomo c’è il degrado: bottiglie di plastica e spazzatura sono accatastati nei posti più remoti del pianeta. Igor d’India in ogni episodio parte per “toccare con mano” gli effetti del climate change. L’indagine parte da alcuni dati sul web, immagini, dialoghi con biologi, servizi della televisione, discorsi di presidenti appena eletti che affermano “Climate change, it doesn’t exist”.
Ogni episodio termina con Igor che pubblica online sul suo blog quello che ha visto.
Intrattenere il pubblico con episodi appassionanti e ricchi di azione, dai contenuti antropologici e paesaggistici eterogenei, sensibilizzando sull’aspetto ecologico.
PAROLE CHIAVE
AVVENTURA
Vivendo un’intensa “avventura pionieristica moderna”, racconteremo le realtà fluviali con “lo sguardo della prima volta”. Il punto di vista delle missioni è originale e straordinario: quasi sempre le riprese sono effettuate da una persona sola in stile “self-filming”, senza filtri e spontaneo. La qualità delle immagini è tale da conivolgere direttamente lo spettatore nell’azione.
ANTROPOLOGIA
Riti di iniziazione, vita e costumi dei villaggi più remoti sono visti “da dentro”, perché i protagonisti sono sempre coinvolti direttamente nell’azione. Lo stretto contatto con i locali fornisce anche una descrizione autentica del loro stile di vita, della loro cultura e del rapporto moderno uomo-fiume.
ECOLOGIA
I fiumi sono tra gli indicatori più importanti dello stato di salute del pianeta. A volte selvaggi e abitati solo da “indigeni”, altre volte imprigionati dal cemento di città inquinate, forniscono un interessante ritratto della precaria condizione ambientale globale.
I LUOGHI
LAOS
Igor si reca in Laos al confine con la Cambogia. L’ intento è quello di trovare in loco un’imbarcazione e un pescatore con cui avventurarsi sul fiume Mekong, ma le difficoltà a farsi accettare dalla popolazione locale sembrano insormontabili. La soluzione, improvvisata ma risolutiva, arriva quasi per caso: costruire la propria barca con i laotiani, usando un bidone e alcune canne di bambù. La navigazione in sé è faticosissima e non lo porta lontano, ma l’obiettivo più importante è stato raggiunto: Igor è riuscito a interagire coi locali e a documentare la realtà del fiume Mekong, che versa in condizioni disastrose, usato come discarica dalle fabbriche e ignorato dalla popolazione. Nasce l’idea che porterà alla realizzazione di The Raftmakers.
CUBA
Igor va a Cuba insieme a Simone Sciutteri, amico e compagno di viaggio. L’ecosistema cubano è agli antipodi rispetto a quello laotiano: i fiumi Toa e Yumurì sono pressoché intoccati, lo scenario sembra quasi primordiale. Se le cose stanno così, però, è perché i fiumi a Cuba sono zone militari in cui è vietato l’accesso agli stranieri: Igor e Simone sono dunque costretti a trovare un espediente per esplorarli di nascosto a bordo di zattere fatte di grosse canne di bambù trovate dai campesinos.
BELIZE
Igor parte da solo per il Belize (Centro America), luogo ricchissimo di cultura e biodiversità. L’obiettivo è quello di vedere di persona in che stato versano i corsi d’acqua in zone poco esplorate, non lontane dai villaggi dei Maya. Proprio tra i Maya, Igor trova i compagni di viaggio con i quali discende in zattera l’impetuoso Moho in piena, il Golden Stream e il Monkey river. Tra cappottamenti nelle rapide, paura dei coccodrilli, insetti voraci e giungle impenetrabili, ci saranno molte sorprese… soprattutto rispetto allo stato ambientale di questo paradiso caraibico a rischio.
ITALIA
SILE
Igor affronta con l’amico Simone il fiume Sile, storica via d’acqua sfruttata un tempo per trasportare il legname per costruire le fondamenta di Venezia, e oggi abbandonata a se stessa. A bordo di un’improbabile zattera costruita con le camere d’aria di un camion e con il supporto di un team di canoisti locali impegnati nella raccolta rifiuti sul fiume, i due raftmakers arrivano fino alla Laguna Veneta. L’ attraversamento del vasto specchio d’acqua fino a Burano è difficile e pericoloso a causa del traffico di battelli e motoscafi.
PIAVE
Il “sacro” fiume Piave, celebre teatro dei violenti scontri della Prima Guerra Mondiale, è ormai ridotto a un rigagnolo d’acqua, a causa degli sbarramenti e delle deviazioni imposte dagli impianti idroelettrici. Igor prepara la sua zattera con Francesco, amico e compagno di avventure, per discendere circa 60 km del Piave. Dopo numerose difficoltà legate all’irregolare portata d’acqua e ai numerosi sbarramenti artificiali, Igor e Francesco arrivano in una zona in cui il fiume si insabbia e sparisce per diversi chilometri…
ORETO
Igor torna sul “fiume discarica” di Palermo per mostrare come continui a vivere nonostante scorra dentro un canyon di cemento, creato dall’edilizia abusiva moderna. Racconterà questo non-luogo urbano scendendolo da monte verso valle a bordo di una camera d’aria e a piedi, immerso in un paesaggio contraddittorio e unico nel suo genere, fatto di scarichi fognari e cascate di grande bellezza.
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